Tuesday, December 27, 2005

I retroscena dei pranzi!

Salve a tutti... e soprattutto: come state?

Credo che sia una delle domande di rito del post-Natale, considerati i millanta pranzi composti da millanta portate tutte create con millanta ingridienti; una full-immersion di cibo che ha delle severe controindicazioni psicologiche. Assistendo a questi mega-incontri culinari o incontrando persone che vi hanno partecipato, ci si rende conto di come in realtà sugli schermi stia andando in onda una tragicommedia!

Dunque la prima disputa sorge qualche giorno prima quando la padrona di casa - già stanca al pensiero dei mille piatti da lavare oltre che all'immondo lavoro per preparare la tavola - è in fase decisionale: cosa servire? e allora lì a pensare: "questo no perché la nonna è diabetica e non lo può mangiare, quest'altro neanche perché sappiamo che la cugina è vegeteriana a salti, e neanche questo perché con i prezzi che corrono: non ci devo mica lasciare tutta la tredicesima, no?".

Parte il giro di telefonate e gli inviti: "oh, avrei tanto piacere ad averti qui... ah, ma invita anche il tuo ragazzo... già", mentre il suo cervello elabora il seguente pensiero: così finalmente lo posso squadrare e scoprire cosa ha trovato di tanto speciale in te... "certo, sarà un piacere!".... ed evidentemente ci sarà anche dall'altra parte chi dice a se stessa: ora non vorremmo mica farle credere che io non avevo altri inviti, così poi lei diventa la santa di turno, e io la sfigata del giorno... " guarda, credo di esserci, non ti prometto nulla, perché l'amico del collega di mio cugino di Milano mi aveva invitata, ma dovrei farcela a disdire... magari gli dico che ci vediamo per il dolce...."

Ecco il fatidico giorno del pranzo: la padrona di casa è in fase "dilemma": usare i piatti di plastica così poi avrà meno problemi nel riportare la casa al suo splendore, oppure fare la chic e mettere in piazza i suoi piatti di porcellana finissima, regalo al suo matrimonio, con l'argenteria pesantissima che non ha mai occasione di esibire? beh, andrà finire come segue: fino al secondo tutta porcellana e bicchieri sistemati ed in ordine - tutti lì a rispettare la distinzione tra flute,bicchiere da vino e bicchiere dell'acqua - e poi quando oramai tutti saranno già rossi in viso per il vino assaggiato e presi dalle risate, dimenticheranno ogni regola e allora piatti e bicchieri di plastica per tutti.... con somma gioia della padrona di casa.

Strategie per sedersi intorno al tavolo: il segnaposto? oramai non lo usa più nessuno... oggi si usano le tattiche più spicciole, quelle basate sulle frasi ad effetto, sui giri contorti per fare in modo che la cugina non sieda affianco alla zia e alla suocera affianco alla nuora... e allora il mediatore di turno dirà: "carissima, perché sei tu, a capotavola! mentre la mia cara sorella si siede al mio fianco, lontano dal suo maritino... almeno per oggi", ovvero: tipica tecnica per allontanare due coniugi noti per le loro mega-azzuffate in pubblico....

Ed ecco le portate e tra un piatto e l'altro i commenti fatti ad alta voce che non rispecchiano per nulla quelli pensati e sghignazzati:
- ma che maglione è quello? brutto brutto brutto...
- e continua a prendere antipasti.... ma guarda che fondoschiena hai!
- quanto parla questa... non se ne può... ma che me frega del figliolo della vicina di casa?!
- come al solito cucina sempre da schifo... troppo sale....
- ecco, ora passaci il dito sui denti... così saranno lucidi: che cafone!
- ah! piedino! mi sta facendo piedino! ah.... l'infame!
- te la sei scordata quella volta che mi dicesti che non mi potevi sopportare? ma cosa sorridi?
e via discorrendo, ma ad una prima occhiata tutti sembrano lì sorridenti a lusingarsi, a sorridersi perché a Natale si è tutti più buoni, no?
.... se poi contribuisce una buona somma di alcool... beh, la cosa assume aspetti veramente affascinanti.

Risultati? finito il pranzo si ha un terribile mal di stomaco causa troppo cibo, un forte senso di pastosità in bocca causa troppo vino, un'evidente stato di depressione da "è già passato Natale", un pensiero alle sedute triplicate in palestra per smaltire... e un'unica domanda:"ma perché ci sono andata?"...

baci

PS: troppo cinica? no... ma la prossima volta che sedete al tavolo, aguzzate la vista e attivate la memoria: sarà divertente, ve lo assicuro.... ciauz

Friday, December 23, 2005

Caro Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
è un po' di tempo che non scrivo una lettera per te, per cui mi perdonerai qualche imprecisione o qualche fuori tema....
... e magari non sarà neanche di tua competenza, ma vedi tu che puoi raggiungere ogni luogo senza usare il mondo telematico sarai sicuramente il miglior messaggero per i miei più sinceri auguri di un felice Natale a tutti coloro che mi sono più cari.

Doni? no, grazie; nessuno in particolare... tanto più che ci stanno già pensando i miei familiari (eh eh!) per cui va bene così...
... ma solo una cosa: fa in modo che qualche mio piccolo desiderio venga esaudito.. piccole cose in realtà, ma ci terrei abbastanza; di certo troverò il modo di ringraziarti... per il momento preparerò sotto il caminetto un piatto di biscotti, con del vinbrulè - o della cioccolata calda se preferisci -, pane e nutella e tutto ciò che di più dolce riuscirò a reperire!
baci e buon lavoro...

Federica

Sunday, December 11, 2005

Memorie di un fine settimana

Ho appena chiuso la valigia: tra un paio di ore ho il treno che mi riporterà a Pavia per gli ultimi dieci giorni prima delle effettive vacanze natalizie....

... questi giorni a casa mi sono serviti a ritrovare la realtà che oramai da settembre non sperimentavo più; ho rivisto la mia amica, compagna di un'estate eccezionale: ieri sera abbiamo ripercorso un po' il nostro itinerario tipico: birra in un locale - dove ho racimolato il numero di un certo Luca che voleva a tutti i costi offrirmi qualcosa in onore del suo compleanno - e poi crepes alla nutella nel pub che frequentiamo da sempre e dove concludiamo quasi sempre le nostre uscite... e dove ti ho rivisto le solite facce: la gente ha spesso la tendenza a non cambiare mai, a rimanere uguale nelle sue azioni e nei suoi modi... e questo può essere una fortuna, o anche una disgrazia: dipende dalle persone....

... ma ciò che non dimenticherò di questa "quattro giorni prefeste natalizie" è sicuramente quanto accaduto la mia prima sera qui: si esce con la gente di sempre... ovvero, fatta eccezione per due o tre persone che rivedi con piacere, le altre le guardi e ti chiedi come mai le nostre vite si incrocino....
tra le varie persone, alias Mister X... chi è??? bene, avete presente le tipiche cotte da quattordicenne, quando faresti di tutto per solo poter scambiare una parola con l'oggetto del proprio "amore"?... ecco, egli era per me questo, con la differenza che dall'alto della mia timidezza non cercavo assolutamente di avere contatti col suddetto.... - NdR: a tal proposito mi viene in mente che in quel periodo leggevo spesso una poesia di Prevért... e quanto mi piacesse... -
comunque... diciamo che Mister X guardava alla sottoscritta come un diciottenne può guardare ad una quattordicenne: non la vede nemmeno...
GLi anni passano, tutti crescono... e ci perdiamo assolutamente di vista, tranne per il fatto che ogni tanto lo si incrocia quando viene a prendere la sua ragazza, nonché mia vicina di casa... e per la legge secondo cui: se stai con una persona non devi salutare nessun'altra ragazza - ma chi l'ha detta 'sta cosa... - i saluti non sono mai stati il suo forte...
Dunque, l'altra sera arriva, saluta tutti, tranne me... io dall'alto oggi della mia freddezza psichica, della mia assoluta mancanza di qualsiasi moto di sentimento nei suo confronti e soprattutto alla luce dei miei vent'anni, lo saluto per prima con uno scherzoso: "che fai? a me niente saluto?"... e lui: "eh.... ma come? non ti avevo riconosciuta... pensavo che fossi la ragazza di qualcuno".... e lì poi a fare battute sui miei piedi messi sempre in posizione di ballerina, sull'odoroso profumo che avevo indosso e... poi sulla sua pseudo-motoretta giocattolo che aveva nel bagagliaio!
Ma il bello deve ancora arrivare: perché nel locale.... mi fa piedino! COSA???? chi oggi, nel 2000 e passa, fa ancora il piedino sotto il tavolo? ma come minimo scatta la battuta: "hai bisogno di un lucidascarpe!", ma anche questa affermazione risulta obsoleta, per cui l'unica soluzione è un sorriso sarcastico e uno sguardo fulminante... che sembra però sortire effetti contrari! STONCK!

Allora, presa da un momento di nostalgico ricordo, sto lì a pensare a com'ero tanti anni fa... e poi tento, mi sforzo in tutti i modi, spremo tutte le meningi fino anche alla dura madre, eppure non mi sovviene neanche un piccolo particolare che riguardava Mister X degli anni scorsi che io possa rapportare al Mister X dei giorni nostri... e allora mentre io sono ancora lì a dirmi: " e dai... sarà rimasto ancora qualcosa in lui.... prova a ricordare ancora..." ecco che lui dice in forma poco velata che se avessi voglia di uscire e passare del tempo con lui....
Io credo di aver fatto un'espressione del viso tra lo sconcerto, la risata passando per la sorpresa e ho aggiunto: "ma dici sul serio o stai scherzando?".... e lui "no, dico davvero!"...
E a quel punto la mia mente ha frullato il seguente pensiero: sorvolando sul fatto che Mister X è fidanzato - ma non sposato, come egli ammette -, che lo picchierei alla prima battuta evidentemente misera che mi proporrebbe, che tutt'ora non ho trovato il particolare che sto cercando, pur mettendo da parte tutti questi motivi, ne resta uno, uno soltanto, per cui mi sento in DOVERE di dire un NO: per onorare i vecchi tempi e in nome di tutte le quattordicenni dell'epoca che erano nella mia stessa situazione, per il fatto che, mentre io avrei pagato solo per poter stare un po' di tempo con lui, Mister X se ne fregava altamente di me... ecco basta solo questo per dire: mi spiace.... ma sei fuori tempo massimo!

E augurandovi una buona settimana, vi lascio con delle splendide parole di una poesia che ricordo e che è proprio del già citato Prevert...


I RAGAZZI CHE SI AMANO

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invcdia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.

Jacques Prevért

Wednesday, December 07, 2005

Gli ultimi chilometri

Buonasera gente!
Vi scrivo dal profondo Sud, dal mio Salento, dove sono giunta più o meno due ore fa, dopo un viaggio di nove ore in eurostar....

E' sempre affascinante scoprire come il rapporto con i vicini di viaggio si instauri pressapoco quaranta chilometri prima rispetto alla tua fermata: così oggi, in soli trenta minuti nella tratta BRINDISI-LECCE, ho scoperto che la persona che avevo di fronte da stamattina era uno studente della Bocconi di Milano, primo anno della specialista in economia e qualcosa, che resta qui a LEcce fino al 21 dicembre, poi parte per Cortina, dove la sua famiglia ha una casa.... e lì resterà con gli occhi sui libri causa 5 esami a febbraio, come d'altro canto ha già fatto nel precedente anno....
ALtre informazioni? beh, si... è convinto che fare i pendolari stanchi da morire - e ha perfettamente ragione - e così lui ha deciso di avere un automobile per fare i due chilometri che lo separano dall'università a casa.... inoltre la sua famiglia ha un'azienda in cui egli - come è prassi per il suo corso di studi - si impiegherà perché, ha aggiunto, non ha senso studiare tanti anni ed andare a fare il commercialista!

Ecco, questo solo in pochi chilometri... che dire, un record!

PIccolo aggiornamento casalingO: Amelie, il coniglio, non è più nostro inquilino. La sua legittima padrona ha infatti scoperto che sua madre non ne gradiva la presenza in casa, così l'ha presa, l'ha avvolta in una coperta e l'ha portata dai carabinieri dove ha interpretato la parte di una giovane cittadina modello che ha trovato il batuffolo di pelo immerso nella neve, al freddo e al gelo... e poiché lei non sapeva cosa farne... fine della storia: un giovane carabiniere ha chiamato la fidanzata e le ha chiesto se aveva voglia di un coniglio... e fu così che Amelie - che ovviamente ora avrà un altro nome - lasciò il nostro appartamento per una nuova esperienza.
BUONA FORTUNA!

Sunday, December 04, 2005

shall we dance?


Salve a tutti!
Spero che tutti voi siate sopravvisuti alle tormente di neve che hanno flagellato l'Italia... io ho avuto la certezza che spesso la neve non sia una "cara amica" quando l'altra mattina, correndo verso l'università a seguire una lezione che di programma era stata sospesa, mi sono ritrovata a combattere con una strada in salita tutta bianca, oppure quanto ieri mattina, alle ore 5.40 del mattino - e ho detto 5.40! - sono uscita di casa diretta alla stazione ferroviaria, scoprendo così che quel dolce gocciolìo che aveva accompagnato il mio risveglio non era dovuto alla pioggia pavese ma piuttosto alla neve che cadeva dagli alberi e dai tetti.... che immagine poetica, vero? beh, io non ho pensato esattamente questo quando in attesa dell'autobus cercavo disperatamente di trovare un modo per inerpicarmi lungo i marciapiedi su cui i graditissimi spazzaneve avevano gettato la fanghiglia della strada...

... la stazione, dicevo... e già perchè giunta a Milano, mi rendo conto che TUTTI i treni sono cronicamente in ritardo - ovviamente! - e che molti sono sospesi a ritmo di uno al minuto e molti altri sono indecisi a partire verso la fredda pianura padana, oppure rimanere lì al coperto, sono la struttura moderna della stazione di Milano...
Il mio treno, ovviamente, è partito... e posso dire che per quei minuti in cui non ho dormito - ribadisco che quando sono uscita di casa erano SOLO le 5.40 - ho assistito ad un panorama incredibile; per rendere un'idea: avete presente la bella Elsinore del film Hamlet, tutta bianca e soprattutto melanconica e inospitale?

E così è iniziato il mio weekend torinese pre-vacanze natalizie.... in pieno stile natalizio, appunto!

E qui arriva il pezzo forte: si va a ballare - faccio rispettosamente notare che ho fatto 24 ore di fila sempre senza dormire: credo che presto troverò un centro studi del sonno e li pregherò in ginocchio di darmi asilo! -; e così ecco una riflessione sull'onta di bachate e salse...
La gente comune- balla perché in gruppo è un buon modo per divertirsi, per interagire... in coppia, è un buon modo per esprimersi attraverso un linguaggio che ha poco a che vedere con le parole...
Ma spesso andare a ballare permette anche di avere una chiara visione del rapporto tra le persone che ci sono in pista e delle dinamiche al limite dell'interpretazione psichica... un esempio: beh, non mancano mai - e dico mai! - i soliti MACHI - si diceva un tempo - oggi FIGHETTI vestiti di tutto punto che si aggirano indefessamente per la pista alla ricerca di un volto carino.... una volta trovato, beh, eccoli lì dar prova delle loro fantasmagoriche qualità artistiche avvicinandosi in maniera felpata alla tipa - o topa, si direbbe a Pavia, LIVIO docet - e cercando di attirare in maniera evidentissima l'attenzione... e allora tu stai lì ore a spostarti un po' sulla destra, e poi sulla sinistra, e poi tenti di ricreare il tuo spazio di sopravvivenza minimo, dicendo a te stessa: Stai calmina, prima o poi capirà che non è proprio il tuo tipo! non dimenticherò mai quella volta che in discoteca a Otranto, ballando insieme ad una mia amica, ci siamo ritrovate circondate da un mucchietto di baldanzosi giovani senza avere la minima possibilità anche solo di muoversi per spostarsi un po' più in là... un delirio!
Ieri sera, il pericolo l'abbiamo scampato per un paio di volte, ma certo è che il metodo "discotecaro" dovrebbe essere rivisto, leggermente rivisto...
Ultimamente poi noti sempre più strani modi di ballare la musica dance, house e che so io: dopo lo stile robot sigaretta in mano, siamo passati a quello DJ in pista: mani sulla fronte, testa bassa e occhi chiusi, piedi piantati per terra allo stesso punto e chi se ne frega del mondo intorno; per poi passare a quello: mi muovo a random, senza un'idea precisa - tanto più che è praticamente impossibile da descrivere - per concludere con quello: movimento delle braccia vecchio stile macarena, gomiti su e via!


Ma spostiamoci nell'altra sala.... dove abbiamo latino-americano... ok, signore e signori, benvenuti a Cuba.... beh, o per lo meno, qualcuno crede di essere a Cuba... basta chiudere gli occhi ed eccoti proiettato nelle splendide balere fumose, dove il ballo non è un semplice ballo, ma un profondo messaggio vitale... che unisce tutti, festosamente.
Qualcun'altro, ahimé, se chiude gli occhi si vede in mezzo alla pista da ballo di una gara nazionale; come una coppia per niente "invisibile" che ha ben deciso di ripetere la stessa identica coreografia per almeno un sette volte: lei mora, panterona, con calze tagliete sul polpaccio, scarpe argento e gonna corta nera, top anch'esso nero e lunghi riccioli neri - guarda un po'!; lui... beh, vestito con un pantalone di linea stretta, maglietta aderente... e il viso non ve lo saprei descrivere, anche perché probabilmente ancora non è giunta alla lezione in cui spiegano di non guardare il pavimento... insomma il Fred Astaire e la Ginger Rogers della serata, direte voi? e invece no... perché poveri mi sono ancora più caduti in basso quando lui fa notare a lei di aver sbagliato un passo.... "diamine, la coreografia?????"

Dopo un po' la musica ha creato una bella atmosfera, grazie al famoso tango che accompagna Richard Gere e J.Lo nel film Shall we dance?... e qui è scattata la mia riflessione: quella coppia, come molte altre che erano lì intorno, avranno mai visto quella scena? credo assolutamente di no, perché se così fosse di certo non sarebbero così ottusamente legati ad un'idea di ballo da sala così rigida e accademica...
Durante le loro performance, al di là del "hai sbagliato!!!!", non c'è stato un sorriso, nè un segno del fatto che si stessero divertendo...
tempo fa anch'io ero caduta nel tunnel del ballare senza più avere il piacere di farlo; andare a lezione e sentire che non arriva più nulla a se stessi, neanche un'emozione o una piccola gioia; era ormai così raro... e quando mi sono ritrovata a dover riaffrontare tutto da capo, in un nuovo ambiente, ho capito che quella era la mia occasione per ricostruire ciò che era andato perduto... ora l'ho ritrovato, a giorni alterni, ma c'è! E' quella sensazione di aver fatto qualcosa per se stessi, per il puro piacere di farlo... e il ballo è anche questo: piacere di ballare....

Ergo, previsione cabalistica circa la presunta coppia: due mesi e si prenderanno per i capelli, lei getterà un tacco in testa a lui, lui le urlerà contro che andrà a ballare con la tipa che lei non può soffrire, lei offesa gli mollerà uno schiaffo, lui le dirà che solo quello sa fare, lei andrà via e mollerà il ballo, preferendo una lezione di aerobica o step o capoeira nella palestra sottocasa, lui tornerà a bere vodka e rum con i suoi amici intorno ad un tavolo, dimenticando quanto all'inizio della sua carriera da ballerino desiderasse bere quel bicchierino in un caldo paese del SUd America dove la gente è briosa e la samba è un fatto mai fuori-moda....

BAci a tutti