Ciao!
Con molto affanno e dopo:
1. aver attraversato ben due sessioni d'esame, composte da 2 tesine e 4 esami;
2. aver concluso il mio tirocinio di 500 ore;
3. aver compilato la mia tesi per la laurea triennale (ancora 3 esami e poi..... e poi ancora lezioni per la specialistica!)
4. aver seguito via mail le peripezie della mia amica Orsola nel territorio di Oxford;
5. iniziato un lavoro part-time all'università;
torno a questo amatissimo, ma ahimé spesso abbandonato, blog.... ogni volta è come se dovessi estirpare le alte erbacce che crescono tra una parola e l'altra come in un giardino lasciato incustodito; come se dovessi aprire le finestre di una casa antica e spesso buia, di modo che l'odore stantìo della polvere possa andare via.... La primavera ha i suoi effetti anche on-line.
Di certo ne sortisce numerosi sulle persone: io sono in preda alla mie paturnie stagionali! Sonnolenza e stanchezza; ricorrente desiderio di mare, spiaggia e sole; irascibilità; voglia di coccole... insomma una commistione di sentimenti che mi rendono spesso insopportabile.
A consolarmi, però, il fatto che non sono l'unica... ho proprio ieri scoperto che qualcuno tende a cadere in stati catatonici, simil-depressivi che lo portano ad isolarsi dal mondo intero, anche da quelle persone che altro non vorrebbero che essere lì vicino; qualcun'altro, mi han detto, sta tentando di far rifiorire amori passati, appartenenti all'ormai lontano tempo settembrino, o giù di lì; un terzo ancora sta tentando di uscire dal suo letargo invernale, per tornare ad apprezzare la luce e il calore del mondo che c'è oltre le mure di casa... e fors'anche oltre il suo naso.
Ed infine altri iniziano a sperimentare una nuova storia di coppia, inaspettatamente nata durante un viaggio invernale oppure, sonnecchiosa e mai immaginata, sbocciata in terra straniera e poi alimentata a suon di latino-americano... ma di questo mi giungono solo voci lontane, brusii e "sentiti dire", perché i vecchi legami sono rimasti congelati nelle pieghe dell'inverno... e il sole non ha sciolto quella coltre bianca, diventata ora quasi impenetrabile.
Sono nel caldo Salento, lontana da quella quotidianità a volte così soffocante e stressante, a volte così scandita e certa da rappresentare un'ancora di salvezza; lontana da rapporti sociali dallo strano sapore, amicizie che tentano di andare avanti nonostante una lontananza di 50 metri (proprio dietro l'angolo, ma quanto è difficile e spesso impegnativo svoltare!) oppure di crescere tra una tesina e l'altra, un esame e l'altro, tra un sms e l'altro; lontana da lezioni di danza spesso lunghe ed estenuanti, che ricordano ogni tanto come in quella sala piena di persone, i gesti umani si sprecano, le bugie avanzano, le prevaricazioni si ingrossano, e la musica viene spenta troppo presto, prima che tu abbia concluso la tua piccola coreografia (miseramente gli ultimi 8 svaniscono nell'aria, si realizzano in un gesto di disappunto)... e il saggio si avvicina; lontana da un fiume Ticino che lentamente si abbellisce del riflesso del sole; lontana da echi di ambulanze e da rumore di ruote; lontana dalla solita birra, nel solito bar; lontana da rapporti speciali che sembrano troppo risentire di questo mio essere... lontana!
Ma presto si ritornerà su.... mi immergerò in tutto questo tripudio di caotiche emergenze....
Con molto affanno e dopo:
1. aver attraversato ben due sessioni d'esame, composte da 2 tesine e 4 esami;
2. aver concluso il mio tirocinio di 500 ore;
3. aver compilato la mia tesi per la laurea triennale (ancora 3 esami e poi..... e poi ancora lezioni per la specialistica!)
4. aver seguito via mail le peripezie della mia amica Orsola nel territorio di Oxford;
5. iniziato un lavoro part-time all'università;
torno a questo amatissimo, ma ahimé spesso abbandonato, blog.... ogni volta è come se dovessi estirpare le alte erbacce che crescono tra una parola e l'altra come in un giardino lasciato incustodito; come se dovessi aprire le finestre di una casa antica e spesso buia, di modo che l'odore stantìo della polvere possa andare via.... La primavera ha i suoi effetti anche on-line.
Di certo ne sortisce numerosi sulle persone: io sono in preda alla mie paturnie stagionali! Sonnolenza e stanchezza; ricorrente desiderio di mare, spiaggia e sole; irascibilità; voglia di coccole... insomma una commistione di sentimenti che mi rendono spesso insopportabile.
A consolarmi, però, il fatto che non sono l'unica... ho proprio ieri scoperto che qualcuno tende a cadere in stati catatonici, simil-depressivi che lo portano ad isolarsi dal mondo intero, anche da quelle persone che altro non vorrebbero che essere lì vicino; qualcun'altro, mi han detto, sta tentando di far rifiorire amori passati, appartenenti all'ormai lontano tempo settembrino, o giù di lì; un terzo ancora sta tentando di uscire dal suo letargo invernale, per tornare ad apprezzare la luce e il calore del mondo che c'è oltre le mure di casa... e fors'anche oltre il suo naso.
Ed infine altri iniziano a sperimentare una nuova storia di coppia, inaspettatamente nata durante un viaggio invernale oppure, sonnecchiosa e mai immaginata, sbocciata in terra straniera e poi alimentata a suon di latino-americano... ma di questo mi giungono solo voci lontane, brusii e "sentiti dire", perché i vecchi legami sono rimasti congelati nelle pieghe dell'inverno... e il sole non ha sciolto quella coltre bianca, diventata ora quasi impenetrabile.
Sono nel caldo Salento, lontana da quella quotidianità a volte così soffocante e stressante, a volte così scandita e certa da rappresentare un'ancora di salvezza; lontana da rapporti sociali dallo strano sapore, amicizie che tentano di andare avanti nonostante una lontananza di 50 metri (proprio dietro l'angolo, ma quanto è difficile e spesso impegnativo svoltare!) oppure di crescere tra una tesina e l'altra, un esame e l'altro, tra un sms e l'altro; lontana da lezioni di danza spesso lunghe ed estenuanti, che ricordano ogni tanto come in quella sala piena di persone, i gesti umani si sprecano, le bugie avanzano, le prevaricazioni si ingrossano, e la musica viene spenta troppo presto, prima che tu abbia concluso la tua piccola coreografia (miseramente gli ultimi 8 svaniscono nell'aria, si realizzano in un gesto di disappunto)... e il saggio si avvicina; lontana da un fiume Ticino che lentamente si abbellisce del riflesso del sole; lontana da echi di ambulanze e da rumore di ruote; lontana dalla solita birra, nel solito bar; lontana da rapporti speciali che sembrano troppo risentire di questo mio essere... lontana!
Ma presto si ritornerà su.... mi immergerò in tutto questo tripudio di caotiche emergenze....
.... e allora non ci sarà più respiro.
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