Friday, April 14, 2006

Venerdì di Pasqua

Dopo circa tre mesi, sono tornata nel mio Salento... caldo? beh, direi assolutamente di no, visto il vento che rimanda più a paesaggi triestini.

Le mie vacanze hanno avuto inizio l'altro giorno quando ho staccato la spina da una Pavia piena di impegni, corse, autobus perennemente in ritardo, gente depressa in clinica e chissà cos'altro; una Pavia che lentamente sembra sfuggire al letargo invernale e ricoprirsi del primo sole... escluso ovviamente il giorno prima della mia partenza: il diluvio! d'altro canto: potevo sperare di arrivare in stazione evitando di fare lo slalom tra le pozze d'acqua??

Ma torno a oggi: venerdì di Pasqua.... un giorno dai colori violacei per chi è di fede cristiana; il mio piccolo paese si prepara a ricordare la Via della Croce con la solita processione dei fedeli: le pesantissime statue vengono portate in giro per le vie del paese da uomini vestiti elegantemente accompagnati dal canto lamentoso delle pie donne straziate dal dolore... quando si dice: il folklore!
Questa è la storia....

... ma in realtà - e come in ogni cosa - c'è il dietro le quinte che io amo osservare - come oramai ben saprete! -.
Molti anni addietro, la processione era una cosa chilometrica, tra una statua e l'altra millanta persone che partecipavano; oggi.... oggi se dura cinque minuti è troppo....
E chi accompagna il corteo solitamente ha fatto un giro dal parrucchiere - il quale si sarà ingegnato alla ricerca del metodo più ostico per fissare i capelli scossi dal vento! perché come tradizione comanda, il giorno del Venerdì Santo non può esserci bel tempo - si guarda intorno, scrutando tra i volti della gente che è ferma lungo il percorso ad osservare e a sua volta commentare chi anche quest'anno ha avuto l'idea di sfilare.
Così sia da un lato della scena che dall'altro è data la possibilità di godere di un'ottima e gratuita vetrina di visibilità e al contempo di offrirsi bellamente come merce di commento! che dire, un momento altamente di preghiera?!

Ma chi sono i più scellerati della compagnia? abbiamo due categorie:
- i politicanti e tutti coloro i quali chiudono il corteo creando una semplice massa informe troppo lontana dalle pie donne che davanti pregano e troppo vicina alla banda che accompagna il corteo per poter ascoltare il megafono ovviamente gracchiante e malfunzionante... un buon modo per unire insomma l'utile al dilettevole, un compromesso che suona così: partecipo al corteo ma non troppo....
- coloro i quali si inseriscono nel corteo a metà percorso, in tempo per attraversare le vie principali... della serie: io c'ero... ma tu non saprai mai da quanto tempo!

Il massimo rispetto e soprattutto comprensione va ai soliti dolcissimi ignari bambini, vestiti in costume che si trovano al centro di un corteo composto da gente dall'età estremamente alta: e li vedì a guardarsi con occhi smarriti, a chiedere sommessamente alla loro mamma perché mai devono camminare in mezzo alla gente, al freddo e al vento, con gente che li tratta male perché purtroppo si stancano, vestiti in uno strano modo, portandosi dietro corone di spine o una croce di legno....

Quando si dice.... la tradizione.
Baci

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