Wednesday, May 24, 2006

dal laboratorio

E’ un momento di apparente pace qui in laboratorio; tutte le mie colleghe sono fuori in giro e io ne posso approfittare per riposarmi dopo due ore di impegnativo girovagare; ma apparente… dicevo, perché oltre la porta sento il pianto disperato di una giovane paziente.
E sono questi i momenti i n cui ci si chiede perché siamo così fragili e perché alcuni eventi della vita possono spaventarci al punto che ci esprimiamo nei modi più tragici

Alle volte, uscendo da alcuni luoghi si avverte la netta sensazione che il mondo non siareale, o che comunque abbia qualcosa di troppo artificioso, costruito ed opprimente; sembra impossibile credere che possano coesistere realtà così nettamente distinte e agli antipodi…

… e allora come è difficile passare da un tono all’altro, saltare da uno all’altro mondo, e soprattutto pensare che nel farlo sia necessario cambiare il proprio modo di pensare, parlare, gesticolare, relazionarsi…

In un momento di calma apparente spesso ci lasciamo andare ai discorsi più “mentali”… ma è il rumore, il brusìo della gente in attesa, la disperazione di una bambina che ci rende consci del fatto che siamo vivi… e anche questo è un stralcio di vita.

A risentirci

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